Natura morta in un fosso
al teatro Cantelli, Vignola, sabato 1 dicembre
Un caso di cronaca nel Nord Italia.
Un piccolo paese diventa famoso in tivù: “viene sconvolto dalla piaga della violenza per le strade”- così dice il telegiornale.
Figli che si pensava di conoscere e invece non si conoscono, amicizie pericolose, strade buie o illuminate dalle luci strobo dello sballo, le macchine scorrono, filano via veloci. In un fosso la vita di una ragazza si è fermata, un telefono di casa squilla nella notte. È il giallo di un delitto.
Un testo scritto con maestria e profonda introspezione psicologica dall’autore pluripremiato e rappresentato all’estero in molti Paesi, Fausto Paravidino, che crea un mirabile gioco di incastri, usando un linguaggio colorito, crudo e forte.
Viene interpretato da un solo attore, Alessandro Pilloni, che dà voce a tutti i personaggi, sei principali, più altri secondari, che vengono coinvolti nella ricostruzione, per capire cosa è successo.
Personaggi , alcuni colpiti in pieno dalla tragedia, altri involontariamente quasi comici.
Testimoni, genitori, pusher, una prostituta e un poliziotto che deve risolvere il caso.
I personaggi si rivolgono direttamente al pubblico, allo spettatore. Raccontano la propria verità, e ricompongo insieme i pezzi, il puzzle del giallo nel fosso.
Natura morta in un fosso è stato scritto nel 2001 ma è sempre molto attuale e reale.
Un certo tipo di vita, le luci che abbagliano, i soldi facili, le dipendenze, le sostanze che allontanano, l’illusione di riempire i vuoti.
Lontani da sé e dagli altri. Come se ci si sentisse condannati a vivere così.
Crediamo di conoscere chi ci sta accanto, mentre ognuno porta un mondo sconosciuto, assolutamente insondabile.
Tutti sappiamo osservare, indagare… ma sappiamo indagare noi stessi?